sabato 27 aprile 2013

Ragionando dello Spirito Santo.


La nostra fede ci permette di accettare la verità tutta divina della Santissima Trinità, poiché l’uomo, con la sua materialità, senza il supporto della fede non potrebbe comprenderne a pieno la bellezza e l’unicità. Il figlio, con la sua umanità, ci ha svelato non solo la sua identità ma anche e soprattutto colui che sempre fissa, cioè il Padre. Nella nostra mente e non solo, del Padre e del Figlio siamo capaci di disegnarne i tratti, ma lo Spirito per definizione stessa non ha volto e non suscita una rappresentazione umana. Universalmente lo si accosta al vento, al respiro, al soffio: salvifico, che da vita, che regola l’universo stesso.
Esso è impalpabile, ne sentiamo la voce, lo riconosciamo nei segni ma non sappiano ne da dove viene ne dove va. Lo Spirito agisce attraverso un’altra persona, possedendola e trasformandola, facendo in modo che essa possa compiere gesti straordinari, manifestandosi così per mezzo dell’uomo stesso. Chi lo porta dentro di se lo conosce, perché dimora in esso e per mezzo di lui agisce e compie meraviglie.
Lo Spirito di Dio viene spesso associato ai simboli della natura, l’acqua, il fuoco, l’aria e il vento, poichè non comportano figure distinte ma evocano l’irruzione di una presenza, come una forza espansiva irresistibile che parte dal profondo. Ci ricorda che Dio è mistero, in maniera imperiosa e che non si può dimenticare, ci da la certezza che il Signore è lo Spirito.
Lo Spirito di Dio è come una forza divina che trasforma le personalità umane per renderle capaci di atti eccezionali, che confermano la vocazione del popolo ad essere servo di Dio. E venendo da Dio e portando l’uomo nella direzione di Dio, lo Spirito è Santo e santificatore.
Il sacrifico di Gesù ha permesso alla sua Chiesa di ricevere la “trasmissione” delle Spirito: fino alla sua morte sembrava che fosse circoscritto nei limiti della dimensione umana del Figlio, ma con la morte, il Cristo effonde sull’umanità salvata lo Spirito. La Chiesa, dunque, nasce dallo Spirito, come ogni cosa che ha origine da Dio, presente da una parte con il compimento di atti eccezionali e dall’altra, con questi segni, che attestano che la conversione è possibile e che attraverso il perdono dei peccati Dio effonde il suo Spirito.
Lo Spirito di Dio è lo Spirito di Gesù, ne fa ripetere le gesta, fa annunziare la parola, perpetua nella frazione del pane il suo ringraziamento, conserva l’unione tra i fratelli e consente loro di perpetuare l’azione della Chiesa. Esso rende giusta l’umanità peccatrice, animandola e sostenendola interiormente, accompagnandola nel cammino di santificazione fino alla fine attraverso la preparazione della giustificazione che realizza e mantiene, perfezionandola fino al Regno dei cieli.
Portare lo Spirito di Dio dentro di noi ci illumina, ci rende capaci di operare il bene, ci da gioia e pace e se veniamo riconosciuti dai nostri fratelli come virtuosi, rendiamoci conto che non è solo merito nostro, ma proprio dello Spirito Santo che in noi dimora e agisce. Pur tuttavia, non dimentichiamo che Dio ci ha creati liberi e dunque lo Spirito sostiene il nostro cammino, ma siamo noi a deciderne la direzione, siamo noi che scegliamo liberamente fra il bene e il male e per questo ne riceveremo le ricompense, in un senso così come nell’altro.

A. Maiolino

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