La nostra fede ci permette di accettare la verità tutta divina della
Santissima Trinità, poiché l’uomo, con la sua materialità, senza il supporto
della fede non potrebbe comprenderne a pieno la bellezza e l’unicità. Il
figlio, con la sua umanità, ci ha svelato non solo la sua identità ma anche e
soprattutto colui che sempre fissa, cioè il Padre. Nella nostra mente e non
solo, del Padre e del Figlio siamo capaci di disegnarne i tratti, ma lo Spirito
per definizione stessa non ha volto e non suscita una rappresentazione umana.
Universalmente lo si accosta al vento, al respiro, al soffio: salvifico, che da
vita, che regola l’universo stesso.
Esso è impalpabile, ne sentiamo la voce, lo riconosciamo nei segni ma non
sappiano ne da dove viene ne dove va. Lo Spirito agisce attraverso un’altra
persona, possedendola e trasformandola, facendo in modo che essa possa compiere
gesti straordinari, manifestandosi così per mezzo dell’uomo stesso. Chi lo
porta dentro di se lo conosce, perché dimora in esso e per mezzo di lui
agisce e compie meraviglie.
Lo Spirito di Dio viene spesso associato ai simboli della natura,
l’acqua, il fuoco, l’aria e il vento, poichè non comportano figure distinte ma
evocano l’irruzione di una presenza, come una forza espansiva irresistibile che
parte dal profondo. Ci ricorda che Dio è mistero, in maniera imperiosa e che
non si può dimenticare, ci da la certezza che il Signore è lo Spirito.
Lo Spirito di Dio è come una forza divina che trasforma le personalità
umane per renderle capaci di atti eccezionali, che confermano la vocazione del
popolo ad essere servo di Dio. E venendo da Dio e portando l’uomo nella
direzione di Dio, lo Spirito è Santo e santificatore.
Il sacrifico di Gesù ha permesso alla sua Chiesa di ricevere la
“trasmissione” delle Spirito: fino alla sua morte sembrava che fosse
circoscritto nei limiti della dimensione umana del Figlio, ma con la morte, il
Cristo effonde sull’umanità salvata lo Spirito. La Chiesa, dunque, nasce dallo
Spirito, come ogni cosa che ha origine da Dio, presente da una parte con il
compimento di atti eccezionali e dall’altra, con questi segni, che attestano
che la conversione è possibile e che attraverso il perdono dei peccati Dio
effonde il suo Spirito.
Lo Spirito di Dio è lo Spirito di Gesù, ne fa ripetere le gesta, fa
annunziare la parola, perpetua nella frazione del pane il suo ringraziamento,
conserva l’unione tra i fratelli e consente loro di perpetuare l’azione della
Chiesa. Esso rende giusta l’umanità peccatrice, animandola e sostenendola
interiormente, accompagnandola nel cammino di santificazione fino alla fine
attraverso la preparazione della giustificazione che realizza e mantiene,
perfezionandola fino al Regno dei cieli.
Portare
lo Spirito di Dio dentro di noi ci illumina, ci rende capaci di operare il
bene, ci da gioia e pace e se veniamo riconosciuti dai nostri fratelli come
virtuosi, rendiamoci conto che non è solo merito nostro, ma proprio dello
Spirito Santo che in noi dimora e agisce. Pur tuttavia, non dimentichiamo che
Dio ci ha creati liberi e dunque lo Spirito sostiene il nostro cammino, ma
siamo noi a deciderne la direzione, siamo noi che scegliamo liberamente fra il
bene e il male e per questo ne riceveremo le ricompense, in un senso così come
nell’altro.A. Maiolino
Nessun commento:
Posta un commento