mercoledì 26 marzo 2008

SICILIANI, LIBERIAMO LA NOSTRA TERRA.





Ho scelto un'immagine forte per accompagnare questo post, i funerali di Peppino Impastato, per molti di noi simbolo indelebile della resistenza al potere mafioso e testimonianza per il futuro. Quello che voglio esprimere in queste poche righe, affinchè voi possiate leggere e commentare, è il senso forte del dovere che mi avvolge in questi giorni. Vi spiego a cosa mi riferisco: sono ancora tutto sommato giovane, ma la mia memoria di ragazzo mi porta a ricordare il nefasto periodo delle stragi di mafia, quando la cupola aveva deciso di rispondere con il sangue alla dura presa di posizione dei magistrati del pool antimafia di Palermo, che grazie ad un lavoro immenso e purtroppo solitario, erano riusciti a mettere sotto chiave centinaia di boss e manovali della mafia in tutta la nazione. Il libro di Lirio Abate, "I complici", mi ha aiutato a collegare tutti quei nomi che in quell'epoca sentivo al telegiornale, la maggiorparte delle volte senza sapere chi fossero; così ho imparato a leggere tra le righe di una politica non solo siciliana, che con la mafia ha stretto patti di sangue, ha intrecciato accordi per affari miliardari che hanno costretto uomini come Pio La Torre a diventare martiri, traditi dai loro stessi compagni. E proprio quest'ultima parola mi riporta allo scritto di Lirio, quando parla di Coppole Rosse, aggiungendo al lungo elenco di politici democristiani e socialisti prima e forzisti e dell'Udc dopo, una serie di nomi appartenenti all'aera del centro sinistra e dei Ds. La cosa di per se non mi ha sorpreso, ma mi ha rattristato, perchè mi ha fatto capire che di fronte all'immensa ombra nera della mafia, gli uomini senza veri ideali finisco per soccombere e stare al gioco. Quindi non è una questione di appartenenza politica solamente, ma al primo posto metto la paura e l'esiguo spessore di certi uomini, di quegli uomini che non hanno saputo dire no, come Peppino Impastato.



Allora oggi anche un'elezione politica come quella che ci coinvolge in questi giorni, assume un sapore tutto particolare, perchè ripropone temi che appena pochi mesi fa ci hanno visti impegnati nel sostegno di Rita Borsellino. Qui mi sento di aprire una piccola parentesi, per testimoniare lo sdegno con il quale ho visto votare ed eleggere Totò Cuffaro, quanto di peggio la politica palermitana potesse esprimere, uomo legato ad amicizie palesemente mafiose che ha avuto il coraggio oggi di ripresentarsi di fronte al giudizio degli elettori, sponsorizzando Lombardo come la sua logica continuazione (inquietante!) e candidandosi al primo posto nella lista dell'Udc per la camera. Mi chiedo come sia stato possibile per noi siciliani, trovandoci di fronte a Rita e a Totò, scegliere quest'ultimo, simboli di due culture opposte che ci rappresentano. Allora la mia deduzione è stata che i siciliani si meritano Cuffaro, poichè per loro quel modo di fare politica è il migliore, quel modo di passeggiare a braccetto con la mafia è il comportamento adatto per chi ci deve governare.



Il destino (o la giustizia) gioca però una partita che ha regole diverse dalle nostre e così, meno di due anni dopo, ci ritroviamo a fare la stessa scelta ma con personaggi diversi: Lombardo paladino del cuffarismo e la Finocchiaro sostenuta da Rita Borsellino e Crocetta. Non dovrei neppure continuare a scrivere quello che voglio dirvi, perchè mi pare chiaro e limpido come una sorgente di montagna: non ci sarà una terza occasione! LIBERIAMO LA SICILIA, gettiamo le basi di una politica diversa, che non dia più la possibilità a chi ci governa di usare la sanità come fonte di sostentamento per le famiglie mafiose (160.000 euro per un esame quando il costo reale è di 8.000 euro!), che non giochi sulla pelle degli operai che muoiono nei cantieri dove gli accordi per gli appalti truccati escludono i controlli per la sicurezza. Mi auguro che noi siciliani possiamo avere il coraggio di dire NO, di fare una scelta diversa, di parte come dice il mio partito, ma aldilà del colore politico in cui crediamo, davvero questa volta non possiamo esimerci di seguire l'esempio di eroi come Peppino Impastato, che incuranti della propria incolumità, hanno messo in piedi questa grande rivoluzione antimafiosa che ancora oggi gonfia i nostri cuori e ci dice di scegliere Anna Finocchiaro.

2 commenti:

ciuri ri campu ha detto...

ALLA VIGILIA DEL TRENTENNALE DELLA MORTE DI PEPPINO IMPASTATO, 9 MAGGIO 1978-9 MAGGIO 2008.


Carissimi amici e compagni,
siamo alla vigilia di una data storica e vi confesso sono un pò emozionato a pensare che domani ripercorreremo le vie di Cinisi per le quali Peppino camminava a 'testa alta', senza nessuna riverenza nei confronti dei più forti, dei prepotenti, dei mafiosi.
Lì, dicono ancora oggi, Cinisi è terra di mafia.
Claudio Fava, parlando di Peppino, dice che visitando Cinisi in un ormai lontano Gennaio di qualche decennio anno fa, con uno scirocco che gonfiava i vestiti, ripercorrendo 'i cento passi' che separavano la casa di Peppino da qualla di don Tano Badalamenti, capo di Cosa Nostra, si è chiesto cosa il nostro testimone dell'antimafia sociale, in quegli anni, nel lontano '78, pensasse nella propria solitudine tipica dei profeti che sanno leggere nuove aurore prima degli altri!
Cosa pensavi Peppino?
Come oggi pensiamo che l'antimafia sociale di Peppino, antimafia dei diritti e non delle celebrazione fatte solo di parole, possa essere in questo 9 Maggio 2008, dopo trent'anni?
La mafia ancora non sconfitta nel suo lato più oscuro, quello delle collusioni con la politica è una spada che affonda nella carne delle nostre coscienze!
E cos'è questo cuore, vero centro vitale di tutte le mafie, che Peppino faceva scoppiare ogni volta che prendeva la parola dalla sua 'Radio-Aut'?(domani in volume con Liberazione)
Cerchiamo forse 'santuari della legalità' dove venerare i nostri eroi, la stoffa dei nostri martiri ha detto qualcuno intelligente, in fondo per giustificare la nostra inerzia e la nostra indifferenza!La nostra 'normalità'!
Quando forse tutto parte da ogni nostro sì all'ingiustizia più piccola del nostro quotidiano senza batter ciglio.
Ogni volta che pensiamo che in fondo si devono accettare questi mezzi spuri(forse meglio dire sporchi) che abbiamo, aspettando tempi migliori!
Intanto chi 'usufruisce' della nostra buona fede continua a ingrassare il suo potere, continua a sterilizzare quello che noi, almeno a questa età, vorremmo bonificare coi nostri sogni!
Peppino avrebbe detto 'voglio fottermene'! 'Voglio scrivere che la MAFIA E' UNA MONTAGNA DI MERDA'!
Facendo saltare ogni diplomazia, come diceva don Tonino Bello vescovo pacifista, quando si tratta di difendere i poveri e i più deboli!
Grazie Peppino per il tuo grido che ancora dopo 30 anni scolpisce le nostre granitiche certezze sulla prudenza!
Domani partiremo da Pozzallo con un bus e andremo con trenta studenti nella tua Cinisi per ascoltare ancora che sì, il buon senso non è 'buonismo'!
Che tutti i diritti nella storia della difesa degli ultimi si sono sempre conseguiti col conflitto sociale e non violento come insegnano i sindacalisti cattolici e cristiani come 'l'uomo di Atlanta', Martin Luther King, o mons.Romero, vescovo assassinato in El Salvador insieme a tanti catechisti e gesuiti che hanno scelto di stare 'dalla parte dell'ultimo'!Dei campesinos sfruttati!
Che il mio-nostro torpore potrebbe essere un giorno vinto anche solo con un briciolo della 'fede' di Peppino nei propri ideali!
Che per me, che continuo a essere cattolico, potrà essere possibile balbettare qualche parola di antimafia sociale, cuore della tua storia, Peppino, e di quella che si intreccia con Libera rete antimafia, solo quando avrò il coraggio di non accettare di rispondere più agli uomini che a Dio(laicamente ai miei ideali!), col giornale in una mano e il Vangelo nell'altra!
Senza paura di tutte le gerarchie, politiche o religiose che siano!
Grazie Peppino Impastato!
Gianluca Floridia
Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie-circolo Don Puglisi-Impastato

Pozzallo(R g), 9 Maggio 2008

ciuri ri campu ha detto...

Carissimi,
ho inoltrato ai vostri indirizzi e-mail il pensiero e la foto che ci ha inviato Don Pino de Masi, parroco di Polistena (Rc) e referente di Libera Calabria, prete antimafia che con due parole: "CAPACI di ricordare", ci incalza con la sua semplicità ancora una volta a riflettere.
Lo scorso 9 Maggio, quando con un bus di giovanissimi studenti siamo andati a Cinisi per unirci al corteo dei 10.000 in onore di Peppino Impastato, non vi nascondo la commozione provata passando da quell'autostrada per Capaci che porta a Palermo dove 16 anni fa, 23 Maggio 1992, Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e i gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, perdevano la vita!
Il lungo applauso ha accompagnato le forti emozioni sentite dentro le ossa, le lacrime di qualcuno!
Perchè, a distanza di 16 anni, quando tutti rievocano i nomi di quei morti che non danno più fastidio( in Sicilia, terra di mafia, si vince più da morti che da vivi!), perchè ricordare, perchè "CAPACI di Ricordare"?Condivido con voi un pensiero sulla stele sobria che riporta i nomi delle vittime.
Manca solo un nome: Mafia! Si, in Sicilia a distanza di 16 anni è difficile scrivere che la MAFIA ha ucciso i nostri uomini migliori! E' difficile dare un nome a delle responsabilità politiche e non solo criminali e militari di organizzazioni malavitose!Come nel caso di Peppino Impastato, fatto passare per vent'anni per terrorista brigatista. O Don Peppino Diana, prete ucciso dalla mafia campana, a cui per dieci anni non si è riusciti ad associare la parola camorra! Nè dalla politica, nè dalla chiesa!Uomini o angeli, ha detto qualcuno, in nome dei quali forse spetta a noi, con le nostre povere storie, scrivere quella parola su tutte le false celebrazioni con cui è facile ricordare chi non dà più fastidio!
"Si muore perchè si è soli", diceva Giovanni Falcone. Come Peppino Impastato, don Puglisi, don Peppino Diana, il sindacalista corleonese della Cgil Placido Rizzotto e tanti altri eroi del Silenzio!
Noi vogliamo darlo, questo nome, il nome di tutte le mafie, ricordando che la "memoria ha un costo"!
Il costo del nostro impegno.

23 Maggio 2008
Gianluca Floridia Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie- circolo Don Puglisi Impastato

P.s. Oggi ho avuto conferma della nascita del coordinamento di Libera a Ragusa per questa estate!